Franco Mazzotti nacque il 31 dicembre del 1904 a Rudiano (BS). Ideatore e organizzatore della Coppa Mille Miglia automobilistica, vi partecipò per diversi anni classificandosi sovente fra i primi. Appassionato di ogni forma di sport del motore, vinse diverse importanti gare motonautiche, tra le quali, per due anni, la Pavia – Venezia, la più lunga corsa motonautica del mondo.
Conseguì il brevetto di pilota civile nel 1928. Oltre che servirsi normalmente dell’apparecchio di sua proprietà, un Breda 15, con il quale partecipò al Primo Giro d’Europa (agosto 1929) e al Primo Giro d’Italia (agosto 1930), con tre aerei FIAT A.S 2. sempre nel 1930 effettuò con Mario Rasini e Francis Lombardi la Crociera Africana Roma – Capetown e ritorno.
Nel 1934, con Francis Lombardi, tentò il collegamento postale Roma – Buenos Aires con un aereo Savoia 71, ma fu costretto ad atterrare a Fortaleza in Brasile.
Nel 1938 risultò disperso nel deserto della Libia, sopra il quale stava volando per una competizione; dopo alcuni giorni fu tratto in salvo da Italo Balbo.
Morì nel novembre 1942, a soli 37 anni, scomparendo con il suo aereo, un Savoia-Marchetti S.M.75 abbattuto da caccia inglesi, nelle acque del Canale di Sicilia, mentre riportava in Italia civili e militari italiani che abbandonavano la Libia. Svolgeva il servizio, con il grado militare di tenente e nel ruolo di “capitano-pilota”, nel gruppo SAS, Servizi Aerei Speciali. Franco Mazzotti, tra tutti i personaggi dell’aviazione, è la persona che ammiro di più.
Era il figlio del finanziere Lodovico Mazzotti e dalla contessa Lucrezia Faglia (vedova del conte Alfredo Fenaroli Avogadro). Poteva essere il rampollo viziato e imbelle di una ricca famiglia, in realtà fu un personaggio che lasciò un’impronta indelebile nel campo sportivo dei motori. Ma è la parte finale della sua vita che evidenzia il personaggio.
Nel 1940 a 35 anni fu richiamato in servizio con il grado di tenente. Con le sue conoscenze e il suo passato aviatorio poteva imboscarsi in qualche ufficio a Roma o Milano. Gli fu affidato o scelse un ruolo modesto nel 145° Gruppo dei SAS con base a Bengasi. La squadriglia 604 era dotata quasi esclusivamente da aerei da trasporto Savoia Marchetti 75 (SM 75).
I SAS portavano all’andata pezzi meccanici, munizioni, carburante e posta e al ritorno civili che sfuggivano dalla guerra. L’aereo pilotato da Franco Mazzotti, poco dopo il decollo da Tunisi fu mitragliato dai caccia inglesi e affondò nel Mediterraneo. Nessun corpo fu mai ritrovato. La madre per anni sperò che fosse stato fatto prigioniero.
Nel 1976 il presidente della Repubblica Giovanni Leone, forse su sollecitazione di ambienti aeronautici, assegnava alla memoria di Franco Mazzotti Biancinelli la medaglia d’argento al valore aeronautico, con questa motivazione: “Valoroso giovane pilota contribuiva ad apportare lustro e prestigio all’aeronautica italiana affrontando vittoriosamente rischi e difficoltà in straordinarie imprese pionieristiche condotte nei cieli d’Europa e Oltremare“.
Le foto allegate sono, in massima parte, tratte da un album di foto di mio padre Pietro Giorgetti, che era il suo motorista al Primo Giro d’Europa nel 1929. Altre foto sono tratte da una bobina cinematografica, trovata fortunosamente dai fratelli Frialdi in una villa del conte Franco Mazzotti a Chiari (BS.). Il filmato è stato girato nell’agosto 1929 all’arrivo all’aeroporto di Berlino nel Primo Giro d’Europa.